Durante le ricerche della leggendaria “Città del dio Scimmia”, esploratori hanno scoperto le rovine di una cultura considerata scomparsa
di Enrico Galimberti, fonte della notizia National Geographic
I misteri dell’Archeologia sono sempre vivi e pervadono il pianeta lanciando inesorabilmente i loro seducenti enigmi, che da secoli esploratori, avventurieri, archeologi e scienziati inseguono e tentano con tutti gli strumenti a disposizione di decifrare.

Dall’Honduras, attraverso il National Geographic, arriva ora la notizia della scoperta di una città perduta appartenente a una misteriosa cultura mai esplorata prima. La spedizione è stata condotta in quelle zone sperdute e disabitate da una antica credenza che proprio lì vede l’ubicazione della leggendaria “Città Bianca“, anche conosciuta nelle leggende come la “Città del dio scimmia“.
Christopher Fisher, della Colorado State University, ha definito “incredibilmente rare” le condizioni del sito rinvenuto e mai saccheggiato.
Lo studioso ipotizza che le sculture, nascoste in un deposito segreto alla base della piramide, fossero offerte agli dei: “oggetti di grande valore tenuti fuori dalla circolazione: si tratta di una potente manifestazione rituale”.Dalla terra spuntavano tracce di 52 oggetti; molti altri sono certamente ancora nel sottosuolo, forse accanto a resti umani. Tra i reperti: seggi cerimoniali di pietra (anche detti metates) e recipienti finemente decorati con serpenti, avvoltoi e figure zoomorfe.(citazione da QUI>>)

L’oggetto più notevole tra quelli recuperati è la testa di quello che Fischer chiama un “giaguaro mannaro” (foto sopra).
“La figura sembra indossare una specie di casco”, dice Fisher. Forse uno sciamano oppure rimando alla tradizione rituale del gioco della palla tipico della zona in epoca antica.
Secondo Oscar Neil Cruz, archeologo dell’Istituto di Antropologia dell’Honduras (IHAH) e membro del team, gli oggetti dovrebbero risalire ad un periodo compreso tra il 1000 e il 1400 d.C. Gli oggetti non sono stati sottratti al sito che li ha protetti e la posizione del luogo resta secretata per motivi di sicurezza.
I primi avvistamenti risalgono in effetti al 2012, durante una ricognizione aerea di una valle remota della Mosquitia.

Da più di cento anni, le popolazioni del luogo conoscono la storia di una città in cui i loro antenati cercarono rifugio per fuggire allo sterminio degli Europei.
Per effettuare la ricognizione aerea hanno ottenuto la collaborazione del Center for Airborne Laser Mapping della University of Houston. Un Cessna Skymaster, fornito di uno scanner Lidar* da un milione di dollari, ha sorvolato la valle gettando una luce laser sulla volta arborea. (citazione da QUI>>)*LIDAR (acronimo dall’inglese Light Detection and Ranging[1] o Laser Imaging Detection and Ranging) è una tecnica di telerilevamento che permette di determinare la distanza di un oggetto o di una superficie utilizzando un impulso laser, oltre a determinare la concentrazione di specie chimiche nell’atmosfera[1] e nelle distese d’acqua. Come per il radar, che al posto della luce utilizza onde radio, la distanza dell’oggetto è determinata misurando il tempo trascorso fra l’emissione dell’impulso e la ricezione del segnale retrodiffuso. La sorgente di un sistema LIDAR è un laser, ovvero un fascio coerente di luce ad una ben precisa lunghezza d’onda, che viene inviato verso il sistema da osservare. La tecnologia Lidar ha applicazioni in geologia, sismologia, rilevamento remoto e fisica dell’atmosfera. (fonte Wikipedia)
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Per approfondire:
- in Italiano NATIONAL GEOGRAPHIC>>
- in English NATIONAL GEOGRAFHIC >>